27 dicembre 2004

NEL BIANCO


Polsa, 26.12.2004
Abbiamo visto BIANCO. Avvolti dalle nubi, con le nubi stesse come unico orizzonte.
Abbiamo respirato BIANCO. Invasi dai fiocchi di neve persino nelle narici.
Abbiamo toccato BIANCO. Un desiderio di bianco così forte da cercare la caduta pur di avere neve addosso.
Abbiamo sentito BIANCO. Quando il silenzio diventa irreale, bianco.
Abbiamo gustato BIANCO, ritrovando il sapore delle mille sensazioni che ci legano al freeride.

Questo blog è scritto soprattutto per noi e le poche righe di qui sotto ci serviranno per non dimenticarne i particolari..
Le catene da mettere già a Mori.
Il sorriso della vigilessa (Mai visto uno prima!).
La macchina fotografica "dimenticata" (..E il telefonino che non renderà mai giustizia).
La maschera rotta e gli occhiali di "Thoeni" comprati al negozio.
Il surfare scoordinato causato dall'invisibilità dell'orizzonte.
Il tuffo dall'altalena.
La scalata del tetto di quella malga e lo scivolare sulla lamiera... "E fare i tetti con le tegole?".
E sopra ogni cosa.. la neve che non smetteva di cadere.

20 dicembre 2004

LETTERA APERTA

Forse è davvero ora di cambiare. E' ora di fermarsi e riflettere. E' ora di ricominciare a pensare; a sognare, anche . Guardiamoci intorno. Altrove lo stanno già facendo.
Ci vogliono fantasia, immaginazione e coraggio.
Stiamo parlando di un'inversione di tendenza, o se preferite di una modesta proposta: cambiare aspetto e sostanza alle stazioni sciistiche.
Osserviamo e riflettiamo: fra costi crescenti e ripetitività esasperata, lo sciare diventa sempre più prevedibile, uguale a sé stesso, perfino noioso. Il trasferimento della dimensione urbana -lo scorrere del traffico, i fiumi in piena delle automobili- sui fragili equilibri della montagna esige impianti sempre più capaci e veloci per sciovie come autostrade, altrettanto veloci, apparentemente più facili, nell'assenza pressoché totale della scoperta e della sorpresa. Scorrere, gomito a gomito, nel riprodursi ossessivo di situazioni urbane: nel bene e nel male non fanno che moltiplicare regolamenti e divieti.
Cambiare invece si può. Cambiare si deve. Abbiamo detto che ci vogliono fantasia, immaginazione, coraggio: qualità imprenditoriali. Perché non usarle per rinnovare il panorama dello sci, per dargli una marcia in più, quel entusiasmo che comincia a mancare, soffocato dal prefabbricato, dall'artificiale, dal troppo comodo?
Fantasia: ricordare e sognare quel mondo incantato fatto di silenzi e solitudini che lasciano esaltati e sgomenti, muti di fronte alla pura e aspra bellezza di una montagna dove lo sciatore non sia più un invasore ma una presenza animale discreta e leggera.
Immaginazione: scoprire che si può usare quello che c'è già ma alleggerendo al massimo la pressione sull'ambiente. In altre parole, immaginare che le stazioni sciistiche -là dove possibile- RIDUCANO IL NUMERO DI PISTE BATTUTE, lasciando al gioco della trasformazione della neve la sorpresa di un ambiente da sciare sempre nuovo. La "autoriduzione" del battuto potrebbe essere graduata e alternata col progredire o col variare della stagione: sarebbe un elemento di novità, di imprevedibilità, di scoperta. Il gioco tornerebbe ad essere non artefatto, la soddisfazione non garantita ma guadagnata, si imparerebbe a conoscere un po' più la neve e la montagna invernale.
Coraggio: delle tre virtù la più difficile da praticare. E' quella che si chiede alle società di gestione degli impianti, alle scuola di sci, agli amministratori locali, alle riviste di sci che fanno opinione, alle aziende che con la pubblicità ne fanno ancora di più. Perché non scommettere sulla novità, non arrivare per primi a indovinare l'evoluzione delle sensibilità, i cambiamenti dei gusti? Perché ignorare una tendenza che è in crescita da anni?
Il fuori pista, il freeride, bisogna farlo sul serio. Non basta mettere un cartello per far diventare la località X "il tempio del freeride", se qualcosa non cambia. In altre parole: se non si lascia del "non battuto" cos'è "free"? Forse la diminuzione dei costi di battitura e manutenzione favorirebbe anche il contenimento dei prezzi e così il rinnovato interesse di possibili utenti.
Certo, il coraggio richiesto agli impiantisti è la qualità dell'imprenditore che rischia, quello vero, che non campa sullo scontato e sul garantito. D'altro canto le prospettive offerte da un turismo sciatorio di scoperta aprono possibilità di salti di qualità alle grandi stazioni ruggenti come alle piccole e sonnecchianti realtà di provincia, che se va bene sopravvivono da una stagione all'altra, mentre potrebbero -forse- evolvere in una costellazione di piccoli gioielli locali, dove crescerebbe e si affermerebbe la figura professionale e la cultura dello sciatore di punta "local" magari sostenuto dalla stazione e dalle aziende.
Fantasia, immaginazione, coraggio. Chi se la sente - tra noi sciatori - di misurarsi su questo terreno, firmi questa lettera aperta che verrà spedita a tutte le riviste di settore appena avremo raccolto un ragionevole numero di firme.

Tratto da www.thewhiteplanet.it

N.D.R.: Gli autori di SNZA, già protagonisti di "surfate" su piste non battute, aderiscono al sogno.

18 novembre 2004

SETTIMO SENSO

In una grigia giornata d'autunno è difficile evocare i colori e i suoni dell'inverno. Difficile entusiasmarvi. E' difficile riuscire a farvi pensare ai milioni di riflessi della neve, all'azzurro del cielo invernale, ai suoni ovattati che inghiottiti dalla bianca coltre non riescono a rimbalzare nell'aria. A ben pensarci la neve è un elemento che si può sentire o immaginare con tutti e cinque i sensi. Provo a spiegarmi, seguite la mia traccia. Con la vista possiamo percepire la differente attitudine a riflettere la luce dei cristalli di neve e indirettamente, percepirne la consistenza. Con l'udito possiamo apprezzare lo scricchiolio della fredda neve invernale che si compatta sotto i nostri piedi oppure il "whoom" sinistro e inquietante che a volte, in mezzo a un pendio, ci ricorda che è la Natura Madre ad avere sempre l'ultima parola. Possiamo sentire il sapore e perfino l'odore della neve polverosa quando contro la nostra volontà, magari per una caduta, la sentiamo infilarsi nelle nostre narici oppure in gola. Chi è sopravvissuto a una valanga conosce bene il sapore acre della neve che come un coltello fende il palato e la trachea. Ma anche chi più gioiosamente ha provato almeno una volta a tuffarsi a capofitto in uno spesso strato di neve polverosa, ne conosce il gusto. E poi sappiamo riconoscere la morbida consistenza della polvere oppure la cristallina scabrosità del firn. E' fin troppo facile immaginare la sensazione tattile della nostra pelle che sfiora la neve. Eppure c'è qualcosa in più, qualcosa di misterioso e sfuggente che a fatica riusciamo a mettere a fuoco quando, specie in una giornata fuori stagione, ci sforziamo di pensare a noi felici che scivoliamo lungo i fianchi di una montagna. Ci sono almeno altre due sensazioni che, a ben vedere, siamo in grado di percepire scivolando in neve fresca: una è la combinazione delle forze e delle pressioni che interagiscono con i nostri neuroni e ci permettono di organizzare il movimento. Parlo dell'azione. Gravità, velocità. Provate a pensare all'insieme delle sensazioni che bombardano il vostro cervello proprio mentre sentite i vostri attrezzi scorrere sul pendio, non sopra ma dentro la neve leggera. Non è forse un sesto senso questo, combinazione equilibrata dei precedenti e privilegio di percezione di ogni "soul rider"? Altro che tecnica. Istinto.
E poi c'è un ulteriore stadio nella percezione del mondo per un libero sciatore: il "settimo senso". Difficile tentare di spiegarvi o di descriverlo nero su bianco questo ultimo, supremo senso. Specialmente prima che la prima curva in fresca della stagione abbia soffiato sul fuoco che vi arde dentro. Potete anche dirmi che sono pazzo o visionario. Può darsi. Ma io so che esiste e che anche voi l'avete a portata di mano, questo settimo senso. È un privilegio. È la consapevolezza di tutto questo. E' la capacità di comprendere che la sensazione di armonia con la natura, con le stagioni, con noi stessi e con gli altri che percepiamo sciando su una montagna d'inverno, è un dono prezioso. Uno dei fini ultimi della nostra esistenza. Non è sport. Non è tecnica o tecnologia. Non è arte, o non solo questo. E' la musica della nostra anima. E' per questo che tutto quello che si vende e si compra, nel nostro piccolo mondo, sembra così squallido e inutile. Inutile come una curva su una pista sintetica. Inutile come una gara con una classifica. Inutile come un editoriale senza coraggio. Ma che stupido che sono, che ve lo dico a fare? E' da quattro anni che incrociamo le nostre tracce. Certo, che lo sapete già, cosa è il settimo senso. Che l'inverno abbia inizio.
Emilio Previtali

Tratto da FREE.Rider #15 (Editoriale)

17 novembre 2004

INCUBI DA CIELSERENO


Cielo limpido da oriente ad occidente, da ponente a levante, mettetela come volete, qui si fa un bel parlare ma di neve neanche l'ombra.
E' quasi inverno, lo vediamo, le foglie sono cadute, le cabrio altrui sono coperte o in garage.
Fa freddo, riscaldamenti accesi.
Segni inequivocabili, questi, eppure non tutto è al suo posto.
Basta dare un'occhiata alle webcam per accorgersi che NON è tutto OK.
Basta alzare gli occhi al cielo per capire che non va tutto bene ed anzi non va bene per niente.
Alessio -Giove Pluvio- Grosso (Meteolive) non porta liete novelle, ci narra di un fantomatico anticiclone più forte che mai, comodamente adagiato tra lo stivale nostrum e lo stretto di Gibilterra.
Un ciclopico mostro, l'alta pressione, che chiuderà l'accesso alle nostre montagne anche alla più timida nuvoletta.
Per quanto? Qualche giorno, forse qualche mese.. Chi può dirlo?
A noi non resta che pregare sperando che il nemico rossastro delle mappe perda coraggio e scelga come casa destinazioni sahariane a lui più consone.
Triste, dopo mesi (10) d'attesa, scoprirsi impotenti di fronte agli elementi.
Abbiamo voglia di avventura, di viverla, non di scriverla.
CIELO.. "PERTURBACI"!

16 ottobre 2004

Eccola!

Finalmente è arrivata...stanotte e ieri mattina le cime hanno cominciato ad imbiancarsi..sono già in tensione!
Oggi si portano le tavole a rifare il trucco e dalla settimana prossima siamo pronti per andare in missione.

ARRIVIAMOOOOOOOOOOOOOOO!

29 settembre 2004

LA LINEA BLU

Abbiamo ridisegnato la cartografia di alcune delle più note località alpine.
Siamo passati dove nemmeno noi credevamo di poter passare.
Ci siamo talvolta spaventati nel guardare le nostre scie più a monte, impressionati per la pendenza, la difficoltà o il manto instabile.
Scie impossibili o comuni a molti, comunque lontane dal battuto.
Scie che profumano d’avventure tra i boschi, di contatto totale con la natura.
Parole grosse: libertà, estremo, selvaggio, profondo.. Noi c’eravamo e non abbiamo paura a pronunciarle.
La linea blu è dove siamo stati e dove torneremo.
VIPITENO.. Il bosco. I caprioli. La pista degli slittini. Il paesino Tunes. I 5 km a piedi.

IGLS... La strada per salire. La luna. Il Bosco. I rovi. I caprioli, liberi. La fontana gelata. La "via del ritorno".

STUBAI... Il crepaccio. Il salto del fiume. Le lingue del ghiacciaio. ..E prima uscita con il "Pesse".

SAN PELLEGRINO... Alcuni tra i "click" più belli di sempre(Visibili più in basso). La risalita con "il gatto" ad impianti chiusi. Boschi e paesaggi lunari.
PREDAZZO-PAMPEAGO.. La discesa nella valletta alle spalle del parcheggio con il manto nevoso "Instabile". Gli insulti dei maestri di sci per un "fuoripista vietato". Altri backcountry poi diventati comuni a molti. Se vi dicessimo che siamo stati i primi ad essere passati di là ci credereste?

VALLES... La "Foresta pietrificata" e I primi "Cervi" incrociati nei boschi, liberi.

VAL GARDENA-ALPE DI SIUSI ..Forse il primo giorno di vero "Freeride". La "croce", La "Baita innevata" e le prime faticose passeggiate nella neve fresca causa "Dove siamo?".

14 settembre 2004

"HO VOGLIA DI TORNANTI"

La strada sale. Le marce sono la prima, la seconda, la terza.
Il panorama praticamente invisibile è coperto dal fitto del bosco.
Assonnati e avvolti da una strana sensazione di torpore deglutiamo la bile che sale con i tornanti e sbadigliamo per stappare le orecchie chiuse dalla pressione.
Fuori il ritmo è lento ma il rumore del motore è coperto dalla nostra adrenalinica musica e la velocità del mezzo sembra superiore.
I bastoni a fasce gialle e nere sui bordi della strada iniziano a mostrare l'altezza della neve, un livello che ad ogni tornante aumenta un po'.
Sto sognando e voglio sognare uno di quei giorni in cui le prime tre tacche dei paletti non si vedono più, coperte dalla neve bianca e marrone divisa dallo spartineve. Voglio sognare uno di quei giorni in cui tocca mettere le catene, tra parolacce e mani sporche di fango.
Ogni curva mostra pini, radure e pendii e noi immaginiamo improbabili linee che non riusciamo a tenerci in bocca, così si inizia a sognare a voce alta.
Ogni curva è avvolta da muri di neve sempre più alti, come in quelle foto anni '50 dei nostri nonni che amano ricordare "quella nevicata" come la più intensa di sempre.
Ogni curva mostra picchi dolomitici sempre più evidenti, più netti e meno nuvolosi.
Ogni curva è uno spettacolo, nonostante l'ora, nonostante la bile, nonostante i chilometri e le due ore di strada già percorse.
Ogni curva è il pensare a come sarà, poi, lassù.
Un amico mi ha detto: "Ho voglia di tornanti".
Se solo sapesse quanta ne ho io...

04 agosto 2004

Aspettando il ciclone

Siamo solo all’inizio di Agosto e manca ancora qualche mese prima che la neve inizi a cadere come si deve. Sono stufo di quest’estate mezza afosa e mezza piovosa, voglio l'inverno e lo voglio in fretta. Un inverno il più perturbato possibile, stile anno passato. Voglio prendermi il mercoledì mattina per andare a surfare la Prà Alpesina a Malcesine, voglio neve a bassa quota, voglio neve fresca da modellare.
Un’altra stagione stà per arrivare e per me è la 12esima. Dodici inverni intensi e ricchi di emozioni. Ho visto spot fantastici e vissuto avventure incredibili, difficili da raccontare. Dovrei attaccare un sismografo alle mie terminazioni nervose per farvi capire cos’ho provato ma non posso, peggio per voi. Chi era con me sa bene di cosa parlo e tutti quelli che fanno freeriding mi capiscono alla grande.
Dall’anno scorso poi ho con me il mezzo definitivo. Una Burton Fish 156, il vero salto di qualità in neve fresca. Adesso so cosa vuol dire veramente galleggiare su due metri di powder e non dover più tenere il peso indietro come un ossesso. Il comunemente detto “pesse” ha uno shape che ricorda le prime tavole costruite e grazie a questa sua particolare forma permette di fare cose incredibili. Consiglio a tutti di provare questa meraviglia della tecnica.
Nell’attesa di temperature più basse e di qualche perturbazione bella cattiva continuo a lavorare nella speranza che anche questa stagione sia “wonderful” come la scorsa.
C.

28 luglio 2004

SOPRA IL LAGO, PRIMA DEL CIELO (20.01.2004)



"La stessa sensazione provata da un surfer dopo aver cavalcato l'onda perfetta".
Forse è questo e tanto altro ciò che abbiamo provato ieri.
Abbiamo surfato il Nostro Monte Baldo a Malcesine, sulla mitica "Belvedere".
La pista dismessa da qualche anno a causa di un impianto ritenuto non a norma è lasciata a se stessa, non battuta dai gatti, non servita da nessun collegamento, quindi.. Pura.

Condizioni della neve straordinarie, macchia mediterranea di contorno e sullo sfondo il luccichio delle increspature del lago.
Un tuffo da 1800 metri, una discesa limpida, ripida e quasi senza tracce.
Le poche scie presenti ci abbandonano infatti non appena superato l'ultimo arrugginito sostegno del vecchio skilift "Belvedere" lasciandoci nella neve fresca, soli.
La discesa ed il ritorno a valle sono come di consueto una straordinaria avventura.
Una faticosa passeggiata nelle neve tra rovi intricatisimmi, un po' di sano surf tra i pali metallici della funivia e poi giù per un sentiero che taglia a metà la montagna, un sentiero così bello e innevato da richiamarci alla mente paesaggi scandinavi.
Si surfa fino a quando la neve non finisce, fino a quando la tavola non gratta i sassi.
..Poi a piedi, verso la partenza del secondo troncone, camminando in un bosco non più coperto di neve ma che gioca con la vegetazione a nascondere e mostrare il Castello di Malcesine e le acque del lago.
Come spesso accade ci sarebbe impossibile descrivere tutte le sensazioni provate ma girovagando qua e là ci è capitato di leggere un vecchio slogan delle località montane del Baldo, diceva:
"SOPRA IL LAGO, PRIMA DEL CIELO".
Un giorno di grande Freeride, riassunto così.

Luca
Ciola
Ciò-la vista lago..
Ciola Sun..
Luca Fast Surfin'..
Ciola OnBoard Cover..

27 luglio 2004

TROVA IL RIDER!

Trova il "rider misterioso" all'interno della foto..
..Un antipasto di ciò che è stato il 30.11.2003


Backcountry S.Pellegrino (30.11.2003)

Non ho voglia di scrivere, questa volta davvero non mi capireste.

Lascio parlare le foto che seguono, le neve sugli alberi, le scie solitarie, i voli in fresca.

Riprendendo il titolo di questo sito lascio parlare... "L'Essenza".



Luca Moon-Riding..


Ciola Moon-Riding...
Ciola Falling...

Passo S.Pellegrino 09/11/2003

Che risveglio!
Mi sveglio con in mente una sola cosa (non la solita cosa!!) e cioè quello che ho vissuto ieri pomeriggio.
Chi l'avrebbe mai detto? Chi ci avrebbe mai sperato? Nasce per caso e per questo è forse ancor più bello.
Si parte alle 12.40 da Valeggio, si entra in Autostrada come missili e via... ci guardiamo intorno nella speranza di una distesa bianca dove lasciare la nostra firma... Su ancora... Abbiamo deciso... Passo S.Pellegrino!
Si sale, neve sulla strada e la macchina scodinzola un pò ma Carlos "Luca" Sainz pennella.
Arriviamo alla base degli impianti alle 15.10.
Tutto tace... Sole e powder.
Tavole legate allo zaino, ciaspe ai piedi e bastoncini per aiutarci nella risalita... Pronti, duri e incazzati!
Facciamo pochi passi e una voce amica urla: "Folete che fi porti su"? Ed io rispondo (già un pò eccitato): " Col Gatto"?. Lui annuisce. Era il mitico uomo del Gatto delle Nevi, colui che spiane le piste (non quelle piste!), dalle 8 della mattina fino alle 5 del pomeriggio.
Siamo gasatissimi, saliamo sul Gatto con la massima attenzione, sistemiamo le tavole e via... Mi sembra di essere a Gardaland, continiamo a guardarci e siamo felici come due bambini sul bruco.
Stiamo salendo verso la cima della montagna e sappiamo che ci aspetta una discesa epica, non ci sono scie, non c'è nessuno, nessun rumore.
Arriviamo su e ci sembra di essere in paradiso, salutiamo il nostro Eroe e ci prepariamo per la discesa.
Adrenalina pura, urliamo come i matti, la neve è un pò trasformata dal troppo sole ma è fresca e nessuno ci disturba. Ci infiliamo subito in un canalone con una buona pendenza e disegnamo come artisti ispirati.
Dopo il canalone arriva un fiumiciattolo e visto che si può saltare... Oplà!Uno spettacolo.
L'ultimo tratto è sotto la seggiovia... Sapete già!
Ci stacchiamo la tavola, ci guardiamo e ci rendiamo conto che questa giornata ci ha regalato emozioni vere ed uniche.
Siamo sempre noi.
Grazie.
U.
(Rider: Ciola - Spot: S.Pellegrino - Shot: Luca)


FISHING...

Ciak.. BUONA LA PRIMA.
Giornata incredibile. 130 cm di neve ci hanno regalato una giornata di freeride che per qualità e quantità è stata sicuramente una delle più belle di sempre (Valles governa ancora).
Mancavano i boschi ma li troveremo presto, dalla nostra avevamo però uno strumento mai usato fino a ieri.
Onore e merito a Terije che ha progettato la tavola più performante di sempre. In fresca è uno schianto, a suo agio come Marylin sul palco, favolosa.
Lode alla prima tavola veramente "Different", e lode al gruppo.
Grazie per la prima grande avventura, proprio un bel regalo di compleanno. L.
(Photo: Ciola... Fishing on Stubaiergletscher!)

Andiamo

Voglio l'inverno, il più bello di sempre.
Voglio che il colore dominante sia il bianco e l'unico contrasto sia il verde.
Voglio poter scrivere poi e voglio poter ricordare, a lungo.
Voglio sentirmi libero, lontano, assente.
Voglio non trovare le parole per descrivere quello che farò.
Voglio un'avventura che un giorno avrò il piacere di raccontare al posto delle favole, davanti al caminetto, ai miei figli o ai miei nipoti.
Un film lungo una stagione, un'avventura lunga un libro.
IL RICHIAMO DELLA FORESTA per il cane BUCK.
IL SUONO DEL MARE per il capitano ACKAB.
IL SANTO GRAAL per INDIANA.

Sta nevicando. Andiamo.
L.

IL SUONO

Sento il suono delle cerniere che si chiudono, degli elastici dei guanti che schioccano.
Sento il  rumore dei softboot sulla neve. Sento lo scroccare dei cricchetti degli attacchi.
Sento lo stranamente gommoso sfrigolare dei cavi d'acciaio della seggiovia.
Sento il soffio dell'aria gelida e trovo simpatico persino il suono del mio "tirare su" con il naso perché il freddo lo fa gocciolare.
Sento le mie grida in quei cinquanta metri di libertà e poi sento il niente assoluto del bosco.
Sento i suoni dell'inverno che arriva nel primo temporale estivo e mi esalto già adesso ascoltando la musica che precede ogni uscita.
Dio dammi l’inverno.
L.

Backcountry Goldknopf

Alpe di Siusi - 05.06.07/01/03
Non è uno scatto da copertina, di quelli presi dall'elicottero con tanto di sponsor e fotografo professionista ma... E' la mia scia.
..Così sola, bella e pulita da fermarsi e voltarsi per un click.
Se non altro spero serva a rinfrescare gli animi annoiati da questa torrida estate.
L.


Dedicato a chi non c'era

Dedicato a chi non ha provato la sensazione di non poter più scendere, consapevole di non poter camminare nella neve così alta. Inconsistente.
Dedicato a chi per mille motivi non poteva essere là, nel momento in cui una strada taglia la foresta dandoti la via d'uscita, dandoti la certezza di poter tornare a casa.
Dedicato a chi, in quel momento, non poteva vedere i caprioli a pochi passi, incuriositi, intimoriti, scappare nel fitto del bosco. Nascondersi. Un attimo immenso in cui scatti per poi raccontare.
Dedicato a chi non poteva dissetarsi in quella fontana ghiacciata. Fresca. Fredda.
..E respirare. Finalmente.
Neve ovunque.
Nessun rumore.
Nessuno.

Dedicato a chi non c'era.
Igls - AT
09.02.2003