28 gennaio 2005

LA FATICA


Fa parte del gioco, fa parte della montagna.
Ci avvolge, come la neve, come l’aria.
Ci sazia, ci riempie, ci scalda e ci porta dove vogliamo arrivare.
Non c’è niente da fare, non la si può evitare.
Gli impianti non bastano mai, le auto non arrivano e lei, la fatica, torna sempre inesorabile.
Concetto profondo, la fatica, riporta alla mente la montagna vissuta come un tempo, tra insormontabili difficoltà logistiche ed il piacere di viverla così, nei suoi silenzi, lontano da chi è pigro e non apprezza o da chi è comodo e non capisce.
Ore di fatica per un piacere di così breve durata, deve essere anche per questo che molti non ci seguono.
Siamo pronti a faticare ancora e molto di più per conquistare il sorriso scemo e inconsapevole di questa foto. Una miscela di godimento e felicità infantile, pura e semplice.

Livigno senza neve intristisce noi e gli operatori del luogo, persino i proprietari delle motoslitte sono poco cooperativi e disponibili ad accompagnarci in quell’unico fianco di montagna in cui forse c’è un po’ di powder.
Armati di bastoni telescopici e racchette da neve riabbracciamo la fatica e andiamo soli, ritrovando poco più tardi il sorriso e l’avventura:
Le croci e le ironiche scritte da “via crucis”.
I pensieri sulla scelta del versante.
Il torrente, attraversarlo e ritrovarcisi dentro poi, più a valle.
Il guardaboschi sussurrato al walkietalkie dal solito simpaticone.
Il bosco.
La spolveratona (..e che spolveratona!).
Il solito Fosbury alla staccionata.
Il rientro a piedi (5 Km.?).
Il volo acrobatico sulla via del centro (Scivolato, succede) di fronte ad un centinaio di persone sorridenti.
Livigno, 03.01.2005.. scalando il versante sud

10 gennaio 2005

VENTOTTO


Incrociare la tua scia è un piacere immenso..
..Un onore.
Auguri Ciola.
L.