17 dicembre 2007

...ACQUE DI CASA...



Oggi ho fatto kite a casa mia, ero solo in acqua ma il Baldo mi faceva compagnia.
Ci sono davvero poche parole per descrivere le sensazioni che può dare 1 ora cosi, ogni bordo ti rallegra,non senti il freddo pungente, sei libero di volare sull'acqua e sopra l'acqua.

Grande uscita,nient'altro da dire...
Ciola

04 dicembre 2007

KITE IN HYERES

Come tutte le partenze che si rispettano anche la nostra avviene in ritardo rispetto al programma di massima ma l'importante è arrivare!
Entriamo quindi in A4 a Peschiera D/G verso le 18.00 di venerdi 30 nov alla volta di Hyerès,alla guida Cesco-Mormaii,al suo fianco Cesco-Deng,nelle retrovie trovano spazio il Leo,il Teo ed il sottoscritto,ad aspettarci a Hyerès Denis che sta facendo l'Erasmus in uno dei posti più ventosi d'europa,pora stella!
Viaggiamo belli spediti e alle 24.00 circa siamo finalmente arrivati,Denis ci aspetta in un bar che assomiglia a dir poco ad un porcaio. Birra ovunque,vetri per terra,baci saffici a destra e a manca,parrucche per i clienti,Max (istruttore kite di Hyerès) unto come un bisonte che tiene la scena quasi da solo,fumo e tanto casino. Uno spettacolo insomma. Alle 4.20 siamo a letto dopo che il Teo (passato alla guida) ha preso una rotonda "non segnalata" solo ai 130 km/h!!! Si dorme nei F1,alberghi a 28 euro/camera diffusi su tutto il territorio francese,grande cosa per noi con le tasche bucate. Sveglia alle 10.00 con un mal di testa importante,spesa,meglio non dire quanti km abbiamo fatto in più, e via allo Spot.
Vento leggero alle 12.30,circa 7-9 nodi da Ovest ma dovrebbe salire dicono,ed infatti nel giro di 1 ora sale e si assesta tra i 12 e i 15 nodi. Via in acqua,2 orette discrete con qualche buco d'aria ma nel complesso non male,ah dimenticavo, 16 gradi!!!
Sabato sera cena in ristorante tipico francese molto gradito a Deng (BUFFALO GRILL) in compagnia del gruppo milanese capitanato da fabio,mauro e lauradj, poi a nanna che siamo cotti! Notte insonne grazie al cesco che russa come un trattore scarburato ma domenica le previsioni dicono ventone quindi va bene lo stesso. Colazione in centro a Hyerès,spesa al Casinò dall'amico del Teo e poi via allo spot.
Ci attende una piatta imbarazzante ma Denis dice che a 70 km da li ci sono già 20 nodi quindi aspettiamo. Dopo 1 oretta circa all'orizzonte compare una riga nero/bianca e nel giro di 5 minuti il vento arriva. Sono 20-25 nodi belli freschi da ovest che dopo neanche 1 ora diventano TRENTA.
Noi pesi leggeri (leo,teo ed io) dobbiamo mollare dopo un'ora di ottimo kite e qualche bel salto mentre Cesco continua, prima con la mia 9 e poi con la 7 di Denis. Il buon Deng fa registrare il salto più alto della sua carriera,il Geometra Teo assicura che era sui 10 mt,sti cazzi!
Denis in action con la 7!
Alle 16.30 sbaracchiamo e partiamo con una breve escursione a St. Tropez non voluta ma gradita per i colori del tramonto. Per la cena ci fermiamo ad Alassio a mangiare grazie al prezioso aiuto telematico della moglie del Teo che ci consiglia un ristorantino dove i camerieri ti trattano malissimo e ti fanculizzano anche (cesco si è preso della testa di cazzo),noi stiamo al gioco (per fortuna sapevamo che era cosi altrimenti scoppiava sicuramante un putiferio) e dopo una cena ottima ripartiamo per casa. Arrivo a Peshiera alle 24.00,stanchi ma davvero felici. Un week end fantastico grazie anche ai compagni di viaggio che sono stati meravigliosi,pieno di risate,pieno di moccoli e pieno di vento,da ripetere sicuramente al più presto.
Il motto di questa due giorni è stato: BUKKA-KE KAKE BUKKA-KE KAKE! HAHAHAH

Ciola

28 novembre 2007

SEPARAZIONE DEI BENI

Ovvero come "aprire" una Fish e creare una.... SPLISH!

Un progetto nato ormai un anno fa sta finalmente prendendo vita.

Conquistare la cima di una montagna per poi ridiscendere con la tavola ormai è il nostro chiodo fisso e dopo averlo fatto con le ciaspole ai piedi adesso siamo quasi pronti a farlo con un nuovo mezzo che potrebbe aiutarci non poco.

Una Splitboard "selfmade". Questa è l'idea
Le Splitboard sono tavole da snowboard componibili e scomponibili, in salita si usano come due sci muniti di pelli di foca e si riuniscono poi in fase di discesa per tornare nella loro natura di freerideboard.

Ovviamente in commercio sono reperibili vari modelli di serie (non molti a dire il vero) ma noi amanti della Fish abbiamo voluto fare uno step ulteriore, ovvero segare le nostre tavole ed adattarle grazie al Kit Voilè http://www.voile-usa.com/ per trasformare le nostre vecchie tavole in autentiche Splitboard (anzi delle SPLISH).

Ieri sera,dopo molti mesi di studio su forum americani e non, consigli da amici e non, prove di taglio con muletto (grazie Albi) abbiamo finalmente sezionato le nostre "amate".

L'operazione è stata realizata con una sega circolare da legno e non abbiamo trovato grossi impedimenti nel lavoro.

Ma andiamo con ordine e cominciamo con le foto...

Qui potete vedere le due tavole prima del taglio, al centro potete notare lo scotch di carta con sopra disegnata l'asse longitudinale della tavola per tagliarla dritta:

Con un trapano a colonna ho tolto un po’ di filetto dalle boccole 3d centrali per avere meno contrasto in fase di taglio:e


Uno sguardo preoccupato alla sega circolare (da legno) che dovrà tagliare le nostre "bimbe":


Con un flessibile e disco sottile incidiamo le lamine su nose e tail per avere entrata ed uscita liberi in fase di taglio:

e


Qui prendo le misure per il taglio,non vi dico il cuore quanto batteva:


PRONTI????
VIAAAAAAA!!!!!!!!!!

Sequenze del taglio:
e
Resistenza ed attrito sulle boccole visibile sul mio volto ma nessun problema, avanti senza fermarsi, scintille dappertutto e boccole che diventavano viola roventi ma.. NO PAURA!!:

e



Particolari delle boccole 3d sezionate:


Ecco le due versioni, intera e SPLITTATA, LA SPLISH prende forma... Un grazie a Udo (in maglia rossa), mio collega tedesco che praticamente ha un officina meccanica in casa e a Luca che oltre a filmare e scattare si è fidato di me per tagliare anche la sua tavola e mi sta seguendo in questo progetto.

Questo è solo l'inizio e il bello deve ancora arrivare ma il primo passo è stato fatto e tutto è andato secondo i piani. La prima operazione è stata quindi perfettamente eseguita.

Il prossimo passaggio sarà quello di impermeabilizzare il legno vivo con resina epossidica nell'attesa del Kit, Rampant e pelli (10 dicembre) per montare così gli attacchi ed andare FINALMENTE alla ricerca di quella "prima linea" a noi tanto cara.


Il video (se funzia): http://tinypic.com/player.php?v=72a76tf&s=1

Ciola

26 settembre 2007

17 luglio 2007

ROCKSTAR

Entro nel teatro alle 19.00. Solo, su un immenso palco immaginario creato dall'orizzonte.
Luci accese seppur per poco ancora, rosse e blu, come in un concerto rock anni '80.
Uno scrosciare di ochette a richiudersi su se stesse come l'applauso della folla, un suono più simile al batter di migliaia di mani proprio non potrei trovarlo.
Il "teatro" è gonfio, in movimento, ribolle.
Primi assoli a sinistra, sul lato esterno, poi a destra con tanto di saluto alla platea.
Mille stage diving su un pavimento d'acqua per un versante e di roccia da fondale basso per l'altro.
C'è anche lei, la mia Donna, a scattare dal palco mentre do il meglio di me tra mille esaltanti sensazioni.
Qualche stecca, in fondo quando è "live" ci scappa sempre, qualche riff troppo acuto, un medley rock per esaltarsi e un pezzo acustico e romantico al rientro.
Si va troppo in là, come nei concerti che durano fino a notte inoltrata, avanti fino agli ultimi bis, avanti fino a quando la bolina non basta e tocca rientrare a piedi lungo la riva.
Questa sera suono io e lo faccio nel teatro più vivo ed esaltante che si sia mai visto.
Sirmione ed il suo castello rendono magica l'atmosfera di un tramonto dietro la Valtenesi che va oltre ogni umana immaginazione.
I grandi teatri dalle nostre parti sono così, lussuosi palcoscenici che traboccano di storia.
Una sera sotto un unico grande riflettore, solo, o quasi.
Sensazioni da arena gremita con la pelle d'oca sotto la muta e una stretta allo stomaco che vorrei non mi abbandonasse mai.
Imbraccio la barra come Stone Gossard farebbe con una "Stratocaster".. salto, cado, mi rialzo, mi scateno.
La musica suona possente dentro di me con note profondamente e ruvidamente rock ed io per una sera mi prendo tutto il palco gridando a più non posso come un'autentica rockstar.

Luca

Soundtrack: Rearviewmirror-Given To Fly-YellowLedbetter (VS/Yeld/LostDogs - Pearl Jam)

25 giugno 2007

LA PRIMA VOLTA


Strana sensazione, quella.
Come camminare per la prima volta, quella però non la ricordo.
Come i primi venti metri in bicicletta, ricordo che batteva il cuore, forte, per la paura di cadere o forse era solo perchè era la prima volta e stavo imparando qualcosa di nuovo.
La prima volta a scuola, no, quella non mi è piaciuta. Troppa gente.
Il sovraffollamento è uno dei miei attuali pensieri più pesanti, meglio quando si è in pochi, c'è più spazio.
La prima volta, "quella" prima volta, forse le somiglia.
Esitazioni, ansia da prestazione e poi qualcosa di magico che ti stringe lo stomaco e ti toglie il respiro e così torno adolescente per un giorno, quel giorno, con la stessa voglia e lo stesso entusiasmo.
Mi è stato detto che in questo sport ogni giorno è una scoperta o un momento di crescita e che ogni giorno avrei imparato qualcosa di nuovo ed emozionante ma per ora mi sembra solo di aver vissuto per la prima volta; come avessi scelto "la pillola rossa" e mi avessero reso unplugged da tutto quanto conosciuto fino a ieri.
Scoprire un nuovo mondo da zero somiglia ad aprire gli occhi, per la prima volta.
Giovane a 32 anni, più giovane di quanto io sia mai stato.
Una prima volta immerso nel blu del lago, quello a nord, ben diverso dal piatto ed iperedificato sudgardesano.
Un ambiente panoramico, a tre dimensioni, e nella dimensione orizzontale del mio corpo scopro quella verticale dell'aquilone, mastodontico oggetto grande quanto una cucina o una camera da letto con cui confrontarsi.
Trasformare un pollo in un nibbio, anche questo è da prima volta ed insegnare a quel coso a volare docile ma deciso, potente ma leggero è davvero un'impresa.
Confrontarsi per la prima volta con nuove forze della natura, grandi, potenti, maestose, dominanti.
Scoprire il vento per la prima volta, non che non sapessi l'effetto che fa sui capelli o sulla pelle ma un conto è sentirlo e avvertirne la presenza ed un conto è domarlo: un toro, un cavallo imbizzarrito.
I primi giorni in acqua con il kite somigliano proprio ad un rodeo, davvero strapazzanti.
Un'altra nuova sensazione ed un altro elemento, ribelle e scorbutico più del maltempo a cui spesso è legato, più snob e imprevedibile della neve. Un elemento assolutamente aleatorio, almeno a queste latitudini: oggi c'è, domani no.
Il vento, meraviglioso proprio in quanto aleatorio, in quanto difficilmente calcolabile, meraviglioso in quanto raro.
Straordinarie sensazioni da prima volta che mi portano inesorabilmente alla prossima, quella in cui butterò di nuovo l'ala in power zone slegandomi da tutto il resto.
Un'altra volta vento e briglie sciolte, volando sull'acqua come un sasso, piatto, lanciato in uno stagno da una mano esperta.
Sono nato Kiter, a 32 anni.
Sono sempre stato Kiter, avevo solo bisogno di una prima volta per scoprirlo.

Luca

Soundtrack: Traffic in the sky (On and On - Jack Johnson)

15 maggio 2007

...FUSIONE...

Fusione di elementi,di passioni,di emozioni,di stati d’animo.
Sono nato velista a 8 anni ed ancora adesso la Vela è il mio sport,poi a 15 anni è arrivato lo Snowboard e allora i miei sport sono diventati due. Due sport per due stagioni,due sport con due mezzi su due territori opposti, due sport si, ma con un unico comune denominatore…l’Essenza dell’atto.
Adesso ho 30 anni e sto scoprendo la fusione. La fusione di questi due sport,la fusione del mio corpo con le mie passioni. Il vento, l’acqua (e di conseguenza la neve),la tavola,la vela e il lago,il Benaco. Fusione totale.
Sensazioni nuove ma che in fondo in fondo ricordano percezioni sempre presenti nel mio corpo,la surfata,la planata,la raffica di vento dipinta sull’acqua,le ochette,la bolina,la poppa,le strambate. Fusione totale.
Sono solo all’inizio è vero ma mi sono già bastate poche ore a contatto con questi elementi,i miei elementi, per una volta racchiusi insieme a farmi capire che il mio corpo è nato fluido (Emilio docet) e deve rimanere fluido.
Messner ha detto: “Cosa c’è di più legittimo dall’aspirare a vivere i propri sogni? Se l’immaginazione lavora,produce un’idea,concepisce un sogno nella mente,si prova naturalmente la necessità di passare all’ultima fase,quella della concretizzazione. Il successo procurerà un sentimento di felicità,di UNITà PERFETTA DELLE MENTE CON IL CORPO E CON IL COSMO”.
Ecco quello che voglio,quello che sento,sento il mio corpo unito perfettamente con la mia mente e il mio cosmo,sento i miei sogni liberi. Il mio cosmo è l’acqua,sotto forma liquida o solida poco importa,e la mia mente vola,anzi plana o surfa,fate voi,sto provando altre emozioni,sto fondendo le mie passioni,sono fluido per dio!

Ciola

08 aprile 2007

IMBROGLIARE IL TEMPO

La salita insegna a respirare, forte. La salita non lascia le sensazioni di un veloce pendio in neve fresca. La salita avvicina l'orizzonte e non lo lascia alle spalle, ti permette di guardarlo in faccia, di ammirarlo. Permette di scegliere il percorso, di cambiare direzione in tempi lunghi, permette di decidere dove andare senza l'obbligo di seguire la pendenza. La salita regala pensieri più lunghi, forse più profondi. La salita regala idee, nuove, per imbrogliare il tempo.
Il maledetto meteo di questo inverno ci ha lasciato pochi giorni di gloria, costellati da infortuni più o meno fastidiosi.
Dopo Livigno, ripetuta in condizioni quantomeno difficili (Rischio valanghe) e costellata da eventi mai capitati prima non siamo più riusciti a costruire altre avventure in quota.
L'ultima nevicata di stagione(12e13.03.2006) ha fortunatamente risvegliato la voglia di Baldo, la voglia di scoprire quanta neve è veramente caduta(Poca), la voglia di ritrovare quel vecchio amico che è il nostro monte e di studiare l'accesso al suo pendio più bello, il Costabella.
La neve non basterebbe mai alla discesa e così, scarponcini e bastoncini, saliamo verso i "Fiori del Baldo" senza tavole, snaturando la nostra natura di freerider.
Si chiacchera sul meteo, sulla preoccupazione di non poter più ripetere le discese lungo il monte.
Si chiacchera dei bollettini preoccupanti del WWF, di metereologi catastrofisti, di scienziati e studiosi del clima: "Niente più neve nel 2050", "Ogni inverno sarà simile o peggiore a questo".
La preoccupazione che ci ha accompagnatato lungo i mesi di dicembre e gennaio prende forma e per chi come noi trascorre 9 mesi l'anno aspettando l'inverno è forse più dura di una montagna da scalare.
Il monte intanto, salendo, svela il suo lato migliore. La vegetazione non è riuscita ad impadronirsi della parte più in quota e quindi gli ultimi 500 metri di dislivello sono ancora com'erano vent'anni or sono, quando qui si ammirava il panorama salendo su bidonvie e seggiovie monoposto e scendendo su piste battute.
I segni dei mutamenti climatici dell'ultimo ventennio sono ben chiari, l'impossibilità di conservare la neve a lungo sui pendii baldensi, l'imprevedibilità delle nevicate, la forte escursione termica non hanno dato sufficienti garanzie agli sciatori della domenica e così non esiste più un consorzio che si occupi di mantenere in funzione gli impianti durante il periodo invernale. Scelta comprensibile ma preoccupante per chi ama questo posto.
Ameno e lontano ma non troppo dall'ormai cementato bassolago sembra ora meta di invernale di pellegrinaggio per pochi intimi coraggiosi faticatori della montagna.
Mentre si sale, altre meditazioni sul clima e sul fatto che il freeride sia diventato ormai cosa rara, negli ultimi due anni non siamo riusciti a vivere questa passione per più di 5 o 6 giorni.
Pensieri slegati tra loro e in parte slegati dal posto in cui ci troviamo...
Intanto il panorama si svela, gli ultimi metri di salita sono battuti dal vento e regalano la vista di un uggioso Lago di Garda.
Questa vista spettacolare ci ricorda il perchè ci troviamo qui, in quota, in un pomeriggio qualunque....
Imbrogliare il tempo, fondamentalmente rincorriamo solo questo, a cavallo di passioni delle quali non riusciamo nemmeno a valutare l'importanza.
La ricerca dei brividi lungo la schiena, di emozioni forti e profonde.
Imbrogliare il tempo come imperativo, per cancellare i primi capelli bianchi o le prime rughe che iniziano a vedersi.
Imbrogliare il tempo, il clima, il caldo, l'estate, imbrogliare i nostri pensieri quotidiani, quelli legati agli obblighi ed ai doveri inderogabili del mondo in cui viviamo.
Imbrogliare il tempo per convincerci di aver vissuto davvero, per trovare un senso, per dire che vivere è fantastico.
La soluzione sta forse proprio nel panorama di oggi e in quella brezza intensa e fresca che sentiamo ogni volta in cui percorriamo in quota o a valle questo lato del Garda.
Da Malcesine a Torri... O Forse da Garda a Peschiera...
Magari da Sirmione con vista sul Castello...
Ricominciare daccapo come ragazzini, con nuove avventure, nuovi mondi da scoprire la più parte nascosti proprio nel panorama che ci offre oggi e ancora il nostro monte.
La soluzione al caldo soffocatore della nostra passione più grande è ancora lì, nel nostro lago.
Anche questo blog cambierà o forse è già cambiato, come il meteo e come i pendii innevati sempre più rari.
Ci è data un'altra occasione per imbrogliare il tempo, per non invecchiare di nostalgia per ciò che è stato, per non fermarci ai nostri racconti ormai "da caminetto".
Un'occasione per tornare adolescenti alla scoperta di un nuovo amore, perchè forse conosciamo un altro modo per "fermare l'orologio" e fregare l'inesorabile scorrere dei minuti.
Si scende, si torna a casa, qui a 2000 metri c'è ancora posto per noi a patto nevichi ancora, a valle invece, a filo d'acqua, forse c'è un'altra autentica miniera di emozioni.
Forse esiste un'altra fonte per quegli attimi di eterno che per quanto ci sforziamo, non riusciremo mai a descrivere fino in fondo.
Discesa di trotto, lungo ciottoli e nevischio leggero. Ad ogni passo la mente vola a ciò che ci aspetta, al caldo dell'estate e soprattutto al vento che, fortuna, qui non manca mai.
A presto.
Luca

20 marzo 2007



Si saleeeeeee...domani pomeriggio Costabella (in alto a dx nella foto) con ciaspe per dare l'addio ad un inverno sicuramente non tra i migliori ma ricco comunque di emozioni.

18 gennaio 2007

LISKA VALLEY (05.01.2007)

Ore 03.00 di Martedì 2 gennaio, Livigno, Sondrio, Italia…inizia a nevicare.
Ore 08.00 di Mercoledì 3 gennaio, Livigno, Sondrio, Italia…smette di nevicare, ma ricomincia alle 12.00 e termina a notte inoltrata...
29 ore di neve no-stop, non copiosa ma importante, fondamentale, bianca.

Sveglia alle 7.00 per essere i primi lassù. Un giovine in motoslitta ci porta in quota dal Passo d'Eira ma poi deve rinunciare alla vetta perché un traverso ventato sarebbe troppo rischioso per la moto. Allora, ciaspe ai piedi, decidiamo di fare da soli e un'oretta di cammino ci porta in vetta al monte Crapene.
Paesaggio fantastico, neve un po’ ventata ma fresca e nessun pericolo valanghe.
Giù come i missili disegniamo curve larghe e spolveriamo il paesaggio intonso come umili servi del dio powder.
Si entra nel bosco, ricomincia a nevicare, sembra la scena iniziale di White Balance, bianco dappertutto, su giù destra sinistra.. dentro!!
Nevica ancora fino a sera, domani sarà un altro giorno importante, il Giorno.

Sveglia ore 7.00, saliamo su un altro itinerario consigliatoci da Max (Local incontrato nel pomeriggio che nonostante gli insulti dei suoi amici ci indica un versante poco conosciuto e da lui ribattezzato Liska Valley).
Grazie al vento frontale della notte gli accumuli arrivano a 70-90 cm, polvere leggera e quasi impalpabile.
La pendenza in alcuni punti è decisamente impegnativa ma il mezzo ai nostri piedi (Fish 156) ci permette velocità e reattività pazzesche, mai così necessarie come in questo ambiente.
Dopo due discese da soli (Luca&Ciola) a mezzogiorno ci raggiunge Max con ai piedi la sua Fish 160.
In altre due discese ci fa scoprire il meglio della Liska Valley facendoci vivere pendenze da brivido, angoli che smussano la differenza tra pendio e tuffo nel vuoto.
Si parte a gambe dure, con quella pendenza devi concentrarti al massimo e non rischiare nemmeno una caduta, le conseguenze sarebbero rovinose.
Potremmo disegnare i cambi di pendenza su un foglio di carta e rifarli uguali. Sono impressi dentro di noi, non se ne andranno.
Gli alberi del bosco sono alti ma radi e invogliano a correre qualche rischio e così le curve si chiudono a pochi centimetri dai fusti e dai rami più bassi, vicino, vicinissimo, fino a percepirne l’odore di resina.
Alberi alti, quasi sequoie, e quando si è “in volo” sembrano muoversi, animati, come gli “Ent” del Signore degli Anelli. Oggi il bosco non lotta e ci fa spazio, oggi in quella valle tutto sembra lì per noi, per servirci.
Silenzio assoluto, velocità inaudita e curve che alzano muri di neve.
L'adrenalina rimbomba.
Non sentivamo quel “rumore” dentro di noi da oltre 8 mesi e la sensazione la conosciamo bene, una miscela esplosiva di leggerezza e onnipotenza. Nitroglicerina per le endorfine e per i nostri ricettori del piacere.
I sorrisi incrociano tra la polvere alzata da chi ci precedeva e sono loro, i sorrisi, gli unici testimoni di quello che abbiamo vissuto.
Certi giorni non si dimenticano, giorni come questo lasciano dentro una sensazione di vittoria che non ha eguali, non spiegabile a parole.
Livigno, il Monte Crapene e la Liska-valley ci hanno regalato tanto.
Noi, sportivamente, abbiamo messo lassù il meglio di noi stessi: passione, fatica, sudore, gioia, sogni…

Ciola.
Luca.