19 giugno 2006

RESPECT THE LOCALS


Una scritta su una maglietta e torna la voglia di scrivere, dopo mesi.
La stagione non era finita con “Il giorno dopo” (Seefeld 18.02.2006 e Malcesine 02.03.2006) e questo slogan da spiagge di Honolulu calza a pennello per un nuovo post.
Torno dopo parecchio tempo a parlar del Baldo e del termine “nostro” per replicare anche se un po’ in ritardo a chi, senza capire il momento di emozione e l’eccitazione ancora in circolo ma rispettando le regole di qualunque blog, ha replicato.
In questo blog la sintassi è forse elementare e le parole sono forse scritte in fretta e a caldo (Per non perderne le sensazioni), inoltre caro anonimous, come dici tu "non sappiamo probabilmente nulla degli altri" ma nonostante ciò vorrei comunque chiarire alcuni concetti e parlarti ancora un po’ di noi e di lui, del Baldo.
Noi siamo quelli del posto (Quasi!) o, come amano definirsi i surfisti, noi siamo i locals.
Siamo quelli della prima corsa del mattino solo perché la notte non ce ne sono.
Siamo quelli della baita abbandonata e del giardino di fronte, così belli che pur di affacciarci “alla staccionata” vi lasciamo anche la prima traccia sotto i piloni.
Quelli del tunnel di rovi percorso nel suo stato migliore, percorso nuovamente con troppa neve ed ancora attraversato quando bollito dal caldo.
Sempre noi, quelli della panchina, vista con e senza neve, perché sul monte i locals ci vanno anche quando la neve non c’è, a piedi.
Noi, quelli alla “Mordi-roccia”, quelli dalle “mani grandi e forti” che a nulla valgono quando il fitto dei rovi, la profondità della neve e la fatica raggiungono il loro apice.
Ancora noi, quelli che oltre l’ultimo ostacolo, la rete dismessa, vanno ancora avanti per poi rimproverarsi il fatto di non essersi fermati prima.
Locals perché quello che era un blog sul freeride somiglia sempre più ad un osanna ad una sola montagna e se cominciamo a considerarci di casa è in fondo anche per questo, perché ne parliamo tanto quanto parliamo di casa nostra.
Locals perché siamo gli unici ad aver tentato qualcosa pur di lasciare inalterato il tuo ed il nostro panorama, per lasciare che anche tu (Che replichi) possa scendere ancora per la Belvedere ad incrociare le nostre tracce. Poco, è vero, una lettera non è gran cosa, ma rispetto a chi replica e non sa nemmeno di cosa stiamo parlando è già un abisso.
Locals perché insieme ad altri sosteniamo il progetto del parco naturale/regionale del Baldo nella speranza che quel panorama non venga MAI PIU’ toccato da nessuno.
Rispetto per noi e poi rispetto per il momento, per estendere il termine Locals a qualcosa di ben più grande del solo Baldo.
Un momento dove di questo posto, Il Baldo, è importante anche e soprattutto la bandiera.
Sulla carta patinata non si parla che di Alaska, Caucaso, Lake Tahoe, Utah, Argentina e di un sacco d’altre chimere d’Oltralpe (Ahi ahi Emilio..) mentre noi non dimentichiamo mai che la terra promessa è qui, vestita al tricolore e coperta per cinque mesi l’anno da uno straordinario manto d’oro bianco.
Sepolti come siamo da turisti che considerano il Baldo poco più di una terrazza per gustarsi il panorama questo vuole essere un inno ai locals, noi e non solo noi, ed uno alla nostra terra, alle nostre radici gardesane e baldensi.
Forse avrei trovato parole migliori in un adrenalinico giorno post-riding ma considerato il caldo e la stagione va bene anche così.
..E allora rispetto e viva la bandiera.
Quella là, ovviamente.

L.