18 gennaio 2007

LISKA VALLEY (05.01.2007)

Ore 03.00 di Martedì 2 gennaio, Livigno, Sondrio, Italia…inizia a nevicare.
Ore 08.00 di Mercoledì 3 gennaio, Livigno, Sondrio, Italia…smette di nevicare, ma ricomincia alle 12.00 e termina a notte inoltrata...
29 ore di neve no-stop, non copiosa ma importante, fondamentale, bianca.

Sveglia alle 7.00 per essere i primi lassù. Un giovine in motoslitta ci porta in quota dal Passo d'Eira ma poi deve rinunciare alla vetta perché un traverso ventato sarebbe troppo rischioso per la moto. Allora, ciaspe ai piedi, decidiamo di fare da soli e un'oretta di cammino ci porta in vetta al monte Crapene.
Paesaggio fantastico, neve un po’ ventata ma fresca e nessun pericolo valanghe.
Giù come i missili disegniamo curve larghe e spolveriamo il paesaggio intonso come umili servi del dio powder.
Si entra nel bosco, ricomincia a nevicare, sembra la scena iniziale di White Balance, bianco dappertutto, su giù destra sinistra.. dentro!!
Nevica ancora fino a sera, domani sarà un altro giorno importante, il Giorno.

Sveglia ore 7.00, saliamo su un altro itinerario consigliatoci da Max (Local incontrato nel pomeriggio che nonostante gli insulti dei suoi amici ci indica un versante poco conosciuto e da lui ribattezzato Liska Valley).
Grazie al vento frontale della notte gli accumuli arrivano a 70-90 cm, polvere leggera e quasi impalpabile.
La pendenza in alcuni punti è decisamente impegnativa ma il mezzo ai nostri piedi (Fish 156) ci permette velocità e reattività pazzesche, mai così necessarie come in questo ambiente.
Dopo due discese da soli (Luca&Ciola) a mezzogiorno ci raggiunge Max con ai piedi la sua Fish 160.
In altre due discese ci fa scoprire il meglio della Liska Valley facendoci vivere pendenze da brivido, angoli che smussano la differenza tra pendio e tuffo nel vuoto.
Si parte a gambe dure, con quella pendenza devi concentrarti al massimo e non rischiare nemmeno una caduta, le conseguenze sarebbero rovinose.
Potremmo disegnare i cambi di pendenza su un foglio di carta e rifarli uguali. Sono impressi dentro di noi, non se ne andranno.
Gli alberi del bosco sono alti ma radi e invogliano a correre qualche rischio e così le curve si chiudono a pochi centimetri dai fusti e dai rami più bassi, vicino, vicinissimo, fino a percepirne l’odore di resina.
Alberi alti, quasi sequoie, e quando si è “in volo” sembrano muoversi, animati, come gli “Ent” del Signore degli Anelli. Oggi il bosco non lotta e ci fa spazio, oggi in quella valle tutto sembra lì per noi, per servirci.
Silenzio assoluto, velocità inaudita e curve che alzano muri di neve.
L'adrenalina rimbomba.
Non sentivamo quel “rumore” dentro di noi da oltre 8 mesi e la sensazione la conosciamo bene, una miscela esplosiva di leggerezza e onnipotenza. Nitroglicerina per le endorfine e per i nostri ricettori del piacere.
I sorrisi incrociano tra la polvere alzata da chi ci precedeva e sono loro, i sorrisi, gli unici testimoni di quello che abbiamo vissuto.
Certi giorni non si dimenticano, giorni come questo lasciano dentro una sensazione di vittoria che non ha eguali, non spiegabile a parole.
Livigno, il Monte Crapene e la Liska-valley ci hanno regalato tanto.
Noi, sportivamente, abbiamo messo lassù il meglio di noi stessi: passione, fatica, sudore, gioia, sogni…

Ciola.
Luca.