24 marzo 2005

QUINTO ORIZZONTE


Una vecchia funivia da 12 posti, un trenino più vecchio di lei in un ambiente antiquato e romantico, questa è l'unica via d'accesso allo Seefelder Spitze.
Un picco di 2200 metri, una montagna imponente che da valle somiglia più ad una catena montuosa piuttosto che ad un'unica cima.
Un gigante di roccia a due lame, ripidissime e combacianti solo in "punta di lama".
Percorriamo la cresta a piedi, lungo una ferrata da alpinisti parzialmente coperta dalla neve, perennemente spazzata e disegnata dal vento.
Un metro più in là dei i nostri piedi è il nulla, la differenza tra pendio e precipizio è davvero difficile da distinguere ma è solo lassù che la montagna mostra i suoi cinque orizzonti.
Oltre il "nostro" versante, verso sud, invitanti quanto misteriose discese in una valle in cui il tempo sembra essersi fermato, pietrificato in uno stato di perenne glaciazione. Impraticabile.
Verso-Est l'arrivo della funivia ed un osservatorio costruito per poter ammirare quanto di meglio può offrire la natura a quelle quote.
Ad Ovest "Lo Spitze" e la sua croce posta sulla montagna simbolo di quei luoghi.
Il Nord invece riempie gli occhi: il paese, il lago, i boschi di pini imbiancati e neve a perdita d'occhio, fino a dove lo sguardo può arrivare.
Di per sé tutto questo è già straordinario ma l'Essenza è avvolta nel bianco del quinto orizzonte, l'ultimo, quello verticale.
Guardare giù rompe il fiato, fa sospirare.
Occhiate e sguardi complici prima di partire, poi una discesa in silenzio, nel rispetto dell'incredibile luogo che ci ospita.
Linee dipinte sfiorando il concetto di perfezione.
Due carezze velocissime fino a dove iniziano le asperità naturali, rocce, alberi.
Fermarsi e voltarsi un istante per riempire ancora gli occhi di quello che i muscoli non saprebbero descrivere.
Un ultimo momento per guardare lassù, dove iniziano i sogni del quinto orizzonte.
Luca

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