
Ore 08.00 di Mercoledì 3 gennaio, Livigno, Sondrio, Italia…smette di nevicare, ma ricomincia alle 12.00 e termina a notte inoltrata...
29 ore di neve no-stop, non copiosa ma importante, fondamentale, bianca.

Paesaggio fantastico, neve un po’ ventata ma fresca e nessun pericolo valanghe.
Giù come i missili disegniamo curve larghe e spolveriamo il paesaggio intonso come umili servi del dio powder.
Si entra nel bosco, ricomincia a nevicare, sembra la scena iniziale di White Balance, bianco dappertutto, su giù destra sinistra.. dentro!!
Nevica ancora fino a sera, domani sarà un altro giorno importante, il Giorno.

Grazie al vento frontale della notte gli accumuli arrivano a 70-90 cm, polvere leggera e quasi impalpabile.
La pendenza in alcuni punti è decisamente impegnativa ma il mezzo ai nostri piedi (Fish 156) ci permette velocità e reattività pazzesche, mai così necessarie come in questo ambiente.
Dopo due discese da soli (Luca&Ciola) a mezzogiorno ci raggiunge Max con ai piedi la sua Fish 160.

Si parte a gambe dure, con quella pendenza devi concentrarti al massimo e non rischiare nemmeno una caduta, le conseguenze sarebbero rovinose.
Potremmo disegnare i cambi di pendenza su un foglio di carta e rifarli uguali. Sono impressi dentro di noi, non se ne andranno.
Gli alberi del bosco sono alti ma radi e invogliano a correre qualche rischio e così le curve si chiudono a pochi centimetri dai fusti e dai rami più bassi, vicino, vicinissimo, fino a percepirne l’odore di resina.
Alberi alti, quasi sequoie, e quando si è “in volo” sembrano muoversi, animati, come gli “Ent” del Signore degli Anelli. Oggi il bosco non lotta e ci fa spazio, oggi in quella valle tutto sembra lì per noi, per servirci.
Silenzio assoluto, velocità inaudita e curve che alzano muri di neve.

Non sentivamo quel “rumore” dentro di noi da oltre 8 mesi e la sensazione la conosciamo bene, una miscela esplosiva di leggerezza e onnipotenza. Nitroglicerina per le endorfine e per i nostri ricettori del piacere.
I sorrisi incrociano tra la polvere alzata da chi ci precedeva e sono loro, i sorrisi, gli unici testimoni di quello che abbiamo vissuto.
Certi giorni non si dimenticano, giorni come questo lasciano dentro una sensazione di vittoria che non ha eguali, non spiegabile a parole.

Noi, sportivamente, abbiamo messo lassù il meglio di noi stessi: passione, fatica, sudore, gioia, sogni…
Ciola.
Luca.